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24 ago 2025

Euro digitale: UE sceglie blockchain pubblica
pubblicato da: Web Master

Euro digitale: UE sceglie blockchain pubblica



Introduzione: Euro Digitale e Nuova Competizione Globale

L’arrivo dell’euro digitale rappresenta una svolta significativa per la finanza europea e globale. L’Unione Europea da anni investe nello sviluppo di una valuta digitale europea per rispondere alle trasformazioni indotte da criptovalute, stablecoin e, più recentemente, dalle spinte provenienti da altri grandi player mondiali, come gli Stati Uniti. La recente approvazione di una legge sulle stablecoin in America ha impresso un'accelerazione decisiva sul progetto dell’euro digitale.

Secondo le informazioni riportate dal Financial Times, la discussione al centro delle istituzioni europee — in primis la BCE — coinvolge ora l’ipotesi di scegliere una blockchain pubblica europea per supportare la nuova moneta digitale sovrana, in diretto confronto con tecnologie già affermate come Ethereum o Solana. Una decisione che pone l’Europa all’avanguardia nella corsa delle valute digitali delle banche centrali e che potrebbe definire i nuovi equilibri finanziari del prossimo decennio.

Il Contesto Internazionale: Sfida tra Euro Digitale e Dollaro Digitale

Negli ultimi anni il dibattito sulle valute digitali delle banche centrali (central bank digital currency Europa) si è intensificato su scala globale. Gli Stati Uniti hanno compiuto passi decisi per lanciare una versione digitale del dollaro, mentre la Cina è già in una fase avanzata con lo yuan digitale. In questo scenario, l’Unione Europea non può permettersi di restare indietro: la competitività globale e la sovranità monetaria sono in gioco.

La recente legge stablecoin Stati Uniti euro ha spostato l’attenzione degli osservatori internazionali: se da un lato si intende regolamentare le ingenti movimentazioni di stablecoin legate al dollaro, dall’altro si innesca un effetto domino che coinvolge direttamente anche la BCE e il lancio euro digitale UE. L’opzione di adottare una blockchain pubblica, anziché una soluzione privata o consortile, rappresenta una risposta innovativa per bilanciare trasparenza, inclusività e resilienza tecnologica.

Stablecoin e Legge USA: Come Cambiano gli Equilibri

L’approvazione della legge americana sulle stablecoin segna un punto di svolta. Le stablecoin — criptoasset ancorati al valore di valute reali, tipicamente il dollaro — sono diventate strumenti di pagamento e riserva di valore sempre più utilizzati a livello globale. Gli Stati Uniti, nel tentativo di mantenere la loro leadership, hanno quindi definito una disciplina ad hoc per garantire sicurezza e controllo sulle nuove forme di moneta digitale.

Per la BCE e l’Unione Europea questa mossa rappresenta anche un campanello d’allarme: senza un intervento deciso sul fronte della valuta digitale europea, il rischio è che la domanda globale si sposti ulteriormente verso strumenti ancorati al dollaro — marginalizzando l’euro non solo come moneta commerciale, ma anche come riserva negli scambi digitali del futuro.

Il richiamo al confronto dollaro digitale euro è quindi centrale: Bruxelles intende evitare che il sistema finanziario europeo diventi periferico nello scenario delle central bank digital currency. Da qui l’accelerazione sul progetto e la necessità di soluzioni tecnologiche solide e interoperabili.

Il Ruolo dell’Eurotower e della BCE nel Progetto di Moneta Digitale Europea

Al centro della partita c’è la Banca Centrale Europea. L’Eurotower lavora formalmente dal 2021 al progetto euro digitale, coinvolgendo esperti, stakeholder, banche commerciali e autorità regolamentari. L’obiettivo è ambizioso: creare un nuovo strumento di pagamento digitale, accessibile, sicuro e capace di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa.

Nel dettaglio, la BCE valuta vari modelli di governance e controllo:

  1. Blockchains private a controllo centralizzato, con accesso riservato a operatori finanziari selezionati.
  2. Infrastrutture pubbliche e open source, come Ethereum e Solana, note per la loro trasparenza, scalabilità e sicurezza.

La discussione, resa più urgente dalle evoluzioni legislative americane, vede una prevalenza crescente della seconda opzione, che promette maggiore trasparenza, interoperabilità e fiducia da parte di cittadini e imprese. La scelta tra privato e pubblico si incrocia inoltre con la volontà della BCE di contrastare efficacemente i rischi di dollarizzazione digitale.

24/08/25

24 ago 2025

Blackrock dirigerà il world economic Forum
pubblicato da: Web Master

Blackrock dirigerà il world economic Forum


Cambio di direzione ai vertici della più potente organizzazione internazionale che riunisce ogni anno il gotha della finanza, dell’industria e del mondo politico e accademico. Dopo gli scandali legati al fondatore e precedente presidente del World Economic Forum (WEF) – l’ingegnere ed economista tedesco Klaus Schwab – pochi giorni fa l’amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, e l’erede farmaceutico svizzero André Hoffmann hanno annunciato che assumeranno ad interim la guida dell’organizzazione con sede a Ginevra. «Siamo onorati di assumere questo ruolo di leadership ad interim in un momento cruciale per il World Economic Forum. […] Il mondo è più frammentato e complesso che mai, ma la necessità di una piattaforma che riunisca imprese, governi e società civile non è mai stata così forte», si legge nel comunicato stampa firmato dai due copresidenti.

Noto per le sue riunioni annuali a Davos, nelle Alpi svizzere, il WEF è spesso accusato dai critici di esercitare illegittime interferenze all’interno dei governi, plasmando una vera e propria agenda globale che prevede un nuovo paradigma di governo mondiale, indicato come “governance globale”, che si può sostanzialmente definire tecnocratico. Del resto, è stato proprio Klaus Schwab, insieme all’attuale re d’Inghilterra Carlo III, a formulare il piano e la necessità di un “Grande reset” all’insegna della tecnologia e della digitalizzazione della società, subito dopo la pandemia di COVID 19 per rispondere a quelle che vengono definite le “sfide globali”. Un piano da imporre agli Stati in modo non democratico che ha suscitato molte polemiche e che ha sottolineato il grande potere d’influenza della fondazione internazionale, considerata il braccio operativo della finanza globale.

Il WEF – che si autodefinisce un’«organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privata» – è una realtà costituita da Big Tech (Microsoft, Google, Meta), Big Pharma (Pfizer, Moderna, Roche) e Élites finanziarie (BlackRock, Vanguard, UBS), tutte in grado di influenza ogni settore della vita pubblica, dalla salute all’istruzione ai media. La nomina a copresidente di André Hoffmann evidenzia bene anche il peso del settore farmaceutico nell’organizzazione: Hoffmann, infatti è l’attuale Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della casa farmaceutica Roche Holding.

Tale potere d’influenza della finanza internazionale è ora apertamente dichiarato con l’elezione a copresidente dell’amministratore delegato del fondo d’investimento più grande al mondo, Larry Fink. BlackRock, con un patrimonio gestito di 12.530 miliardi di dollari nel 2024, è da molti considerato come un “governo mondiale invisibile” per la sua capacità di influenzare le politiche internazionali grazie alle sue ingenti partecipazioni nelle più importanti istituzioni bancarie, assicurative, nei media e nelle principali corporation del mondo, oltre che per la sua capacità di comprare i titoli per il rifinanziamento del debito pubblico degli Stati. Agisce anche come consulente non ufficiale di governi e banche centrali. In Italia, la Roccia Nera gestisce circa cento miliardi di euro con partecipazioni in importanti banche e aziende, tra cui Intesa San Paolo, ENI, Mediaset, Unicredit, Finmeccanica e Atlantia (società che controlla Autostrade per l’Italia).

Dietro la maschera della filantropia e del bene comune e attraverso organizzazioni come il WEF, i capitali internazionali riescono, o quantomeno provano, a imporre la propria agenda, facendo leva sul loro potere economico. Il risultato è un accentramento e una verticalizzazione non solo della ricchezza, ma anche del potere decisionale, sottratto sempre più ai governi e ai parlamenti eletti, ormai subordinati al potere del denaro e al Moloch della finanza globale. Non a caso, già nel 2022, il WEF avvertiva che «sia le nostre istituzioni che i nostri leader non sono più adatti al loro scopo» e che i governi non possono più agire da soli, ma devono necessariamente tenere conto del settore privato, delle istituzioni sovranazionali e dello stesso WEF.

Recentemente, Larry Fink è approdato anche in Italia per un incontro di alto livello con il Primo ministro italiano Giorgia Meloni: secondo quanto dichiarato nella nota rilasciata dalla presidenza del Consiglio, al centro del colloquio c’era «un approfondito scambio di vedute su possibili investimenti del fondo USA in Italia». In altre parole, Black Rock potrebbe acquisire quote di alcuni asset strategici di proprietà dello Stato che il governo ha deciso di privatizzare e/o comprare alcuni titoli di Stato.

Il WEF è ora gestito, dunque, direttamente dal cuore della finanza internazionale che continuerà a dettare l’agenda della governance globale, potendo contare su un’articolata rete di capitali e aziende internazionali. Un potere a cui difficilmente i governi, soprattutto occidentali, riescono a sottrarsi, considerato che dipendono completamente dai mercati finanziari e dal culto ideologico del libero mercato. Lo stesso culto che ha permesso l’affermazione senza limiti di giganti come BlackRock. «Non vediamo l’ora di contribuire a plasmare un futuro più resiliente e prospero e di reinventare e rafforzare il Forum come istituzione indispensabile per la cooperazione pubblico-privato», hanno dichiarato nel comunicato ufficiale i due nuovi copresidenti.

24/08/25

11 ago 2025

Dazi su oro? Il mercato impazzisce
pubblicato da: Web Master

Dazi su oro? Il mercato impazzisce

Un'agenzia governativa statunitense aveva formalmente stabilito che i lingotti d'oro sarebbero stati soggetti a dazi, causando il caos nei mercati dei metalli preziosi. Le spedizioni si sono bloccate e il differenziale di prezzo tra i due principali hub di trading, il Comex di New York e il mercato spot di Londra, è schizzato oltre i 100 dollari l'oncia


Il caos è durato meno di ventiquattro ore, ma è bastato per scuotere i mercati dell'oro a livello globale. Una sentenza dell'agenzia doganale statunitense che imponeva dazi sui lingotti d'oro ha seminato il panico tra trader e investitori, costringendo la Casa Bianca a un rapido intervento per placare le acque agitate dei mercati dei metalli preziosi.

La vicenda ha avuto inizio quando l'US Customs and Border Protection ha pubblicato sul proprio sito web una sentenza che classificava i lingotti d'oro da un chilogrammo e da 100 once come soggetti ai cosiddetti dazi reciproci.

Commento: questo è sintomo di come possono alterare i mercati e ogni singolo valore, compreso quello dell'oro, per troppi ritenuto un bene rifugio... che non è!

09 agosto 2025

11 ago 2025

Dazi su oro? Il mercato impazzisce
pubblicato da: Web Master

Dazi su oro? Il mercato impazzisce

Un'agenzia governativa statunitense aveva formalmente stabilito che i lingotti d'oro sarebbero stati soggetti a dazi, causando il caos nei mercati dei metalli preziosi. Le spedizioni si sono bloccate e il differenziale di prezzo tra i due principali hub di trading, il Comex di New York e il mercato spot di Londra, è schizzato oltre i 100 dollari l'oncia


Il caos è durato meno di ventiquattro ore, ma è bastato per scuotere i mercati dell'oro a livello globale. Una sentenza dell'agenzia doganale statunitense che imponeva dazi sui lingotti d'oro ha seminato il panico tra trader e investitori, costringendo la Casa Bianca a un rapido intervento per placare le acque agitate dei mercati dei metalli preziosi.

La vicenda ha avuto inizio quando l'US Customs and Border Protection ha pubblicato sul proprio sito web una sentenza che classificava i lingotti d'oro da un chilogrammo e da 100 once come soggetti ai cosiddetti dazi reciproci.

Commento: questo è sintomo di come possono alterare i mercati e ogni singolo valore, compreso quello dell'oro, per troppi ritenuto un bene rifugio... che non è!

09 agosto 2025

10 ago 2025

Trump: i fondi pensione possono comprare crypto
pubblicato da: Web Master

Trump firma: i fondi pensione possono comprare crypto

L'ordine del presidente impone alla Securities and Exchange Commission (Sec) di rivedere l’attuale normativa per facilitare l’accesso ad asset alternativi per i piani pensionistici

Donald Trump si appresta a firmare un ordine esecutivo per consentire ai fondi pensione di accedere a criptovalute, private equity, immobili e altri asset digitali e alternativi. L’ordine, riferisce The Hill, impone alla Securities and Exchange Commission (Sec) di rivedere l’attuale normativa per facilitare l’accesso ad asset alternativi per i piani pensionistici. L’ordine del presidente, ha spiegato un funzionario della Casa Bianca, intende offrire ai lavoratori americani maggiori opzioni di investimento, aprendo ad asset alternativi.

Trump ha promesso durante la campagna elettorale di fare degli Stati Uniti la “capitale mondiale delle criptovalute”. Il mese scorso, la Casa Bianca ha presentato in un rapporto di 166 pagine raccomandazioni per legislatori e autorità di regolamentazione su tutto, dalla supervisione delle criptovalute alla tassazione, alle normative bancarie.

10/08/2025