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15 lug 2025

Kalcker, diossido di cloro, 6 e 7 settembre
pubblicato da: Web Master

Kalcker, diossido di cloro, 6 e 7 settembre

14 lug 2025

Agricoltura: UE lancia i Nature Credits
pubblicato da: Web Master

Agricoltura: UE lancia i Nature Credits


Crediti natura, l'UE lancia il piano per incentivare gli investimenti a tutela dell'ambiente


La Commissione europea ha recentemente lanciato una Roadmap verso i Crediti natura, un'iniziativa pensata per promuovere e incentivare gli investimenti privati in interventi che tutelano e preservano l’ambiente.

Il piano ha lo scopo di supportare cittadini, imprese e organizzazioni nell’attuare azioni concrete a favore della natura, con l'obiettivo di premiare chi investe nella salvaguardia dell'ambiente.


Cosa sono e come funzionano i crediti natura

I crediti natura sono uno strumento innovativo per valorizzare le azioni positive a favore dell’ambiente. Rappresentano una sorta di “premio” che può essere assegnato a individui, imprese, enti pubblici o agricoltori che compiono interventi utili alla conservazione della natura, come:

  • piantare alberi in aree degradate o deforestate;
  • proteggere habitat per specie animali a rischio;
  • bonificare zone inquinate o rimuovere rifiuti;
  • creare zone umide o corridoi ecologici;
  • coltivare senza pesticidi inquinanti.

Una volta verificata e certificata da organismi indipendenti, ogni azione positiva genera crediti che possono essere venduti a soggetti (aziende, cittadini, amministrazioni) desiderosi di sostenere la natura, anche se non possono agire direttamente.

In sostanza, chi acquista un credito contribuisce alla salvaguardia ambientale, mentre chi lo genera riceve un compenso che può essere reinvestito in nuovi progetti ecologici.

Secondo la Commissione, se ben strutturati, i crediti natura possono diventare uno strumento di mercato efficiente e attrattivo per il settore privato, incoraggiando investimenti e innovazione nella transizione ecologica.

Mercati legati alla biodiversità in espansione

I mercati dei crediti legati alla biodiversità sono ancora in fase iniziale a livello globale, ma le stime sono promettenti: si prevede che la domanda possa raggiungere i 180 miliardi di dollari, a seconda dell’impegno politico e aziendale.

Per l’Europa, cogliere questa opportunità significherebbe contribuire concretamente a colmare il gap di 37 miliardi di euro all’anno necessari per proteggere efficacemente la biodiversità nel continente.

Controlli e impegno dell'UE per il futuro

Affinché il sistema sia affidabile, la Commissione europea prevede regole chiare, verifiche indipendenti e certificazioni trasparenti. L’obiettivo è evitare frodi e garantire che i crediti siano legati a risultati ambientali reali e misurabili.

Inoltre, si punta a rendere il sistema accessibile anche per piccoli proprietari terrieri, comunità locali e associazioni, attraverso la riduzione della burocrazia.

L’Unione Europea ha già annunciato l’intenzione di destinare almeno il 10% del suo bilancio alla biodiversità entro il 2026-2027 e raddoppiare gli investimenti esterni nel settore, fino a 7 miliardi di euro. Tuttavia, il coinvolgimento del settore privato è considerato cruciale per ottenere impatti su larga scala e accelerare la transizione verso un’economia realmente sostenibile.

Commento: questo è il prequel dei Crediti di Carbonio, ma per poterli introdurre hanno bisogno di vendere un'altra faccia alla gente comune, esattamente come fa l'Agenda 2030. Il mercato lo faranno creare a voi dandovi incentivi e poi se ne approprieranno facendolo pagare caro a tutti ...

07 lug 2025

Iran:no a richiesta Brics di dividersi in 2 Stati
pubblicato da: Web Master

Iran: no a richiesta Brics di dividersi in 2 stati

Il recente vertice dei Brics ha affrontato temi di geopolitica globale, tra cui il conflitto israelo-palestinese. La dichiarazione finale ha incluso un richiamo a una soluzione a due Stati, ma la posizione iraniana si è contrapposta nettamente a questa proposta. Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, ha esplicitato le riserve di Teheran e ha sottolineato alternative ritenute più giuste dal suo governo.

La posizione di iran sulla soluzione a due stati nella dichiarazione finale dei brics

Durante il vertice, la bozza della dichiarazione ha proposto di risolvere il conflitto israelo-palestinese attraverso la creazione di due Stati distinti, uno israeliano e uno palestinese. Abbas Araghchi è intervenuto per manifestare una forte opposizione a questa linea, definita inadeguata dalla Repubblica islamica. In un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram, il ministro ha riferito che l’iran esprime riserve significative nei confronti della formulazione inserita nel documento finale, che rappresenta l’accordo dei leader dei Brics.

Documento ufficiale di disaccordo

Teheran ha annunciato che comunicherà ufficialmente il suo disaccordo tramite un documento indirizzato al presidente del gruppo. La critica iraniana si concentra sulla percezione che la soluzione a due Stati non affronti sufficientemente i diritti dei palestinesi. Inoltre, la Repubblica islamica insiste sul fatto che la questione palestinese richieda una gestione differente rispetto a quella proposta nella dichiarazione, sottolineando che il consenso incluso nel testo non sarebbe rappresentativo di tutti i soggetti coinvolti nel territorio.

Attacchi all’iran e critica al dialogo internazionale

Nel corso del dibattito, Araghchi ha voluto ribadire un punto sensibile per la politica estera iraniana. Ha denunciato come recenti attacchi perpetrati contro l’iran abbiano rappresentato, secondo Teheran, una violazione grave della diplomazia internazionale e uno sfregio ai trattati di non proliferazione nucleare. L’iran partecipa infatti all’accordo che limita l’uso della tecnologia nucleare esclusivamente a fini pacifici.

La denuncia di abbassare la fiducia tra stati

Il ministro degli Esteri ha sottolineato che questi attacchi ledono il principio di sicurezza nazionale e la fiducia tra Stati, minando ogni possibilità di dialogo e negoziazione. La denuncia iraniana è stata esplicitata in un contesto più ampio che mira a rivedere i rapporti di forza internazionali, con l’obiettivo di porre Teheran al centro di un confronto che prenda in considerazione la sua posizione politica e strategica.

Un referendum come alternativa proposta dall’iran per risolvere la questione palestinese

Araghchi ha poi sviluppato un’alternativa concreta alla soluzione a due Stati diffusa nel documento finale dei Brics. Ha affermato che l’iran propende per una soluzione che coinvolga un referendum con la partecipazione diretta di tutti gli abitanti originari dei territori contesi. Questo includerebbe non solo palestinesi e israeliani, ma anche ebrei, cristiani e musulmani residenti nella regione.

Principi di rappresentanza e giustizia

Secondo Teheran, questa strada si basa su principi di rappresentanza e giustizia, permettendo a ogni comunità di esprimere la propria volontà e partecipare alle decisioni sul futuro di quella terra. Araghchi ha definito questa proposta una risposta realistico-politica, non utopistica o impraticabile, e si è detto disposto a discuterne in sedi internazionali idonee.

Pressioni iraniane durante i negoziati sulla dichiarazione finale dei brics

Il processo di stesura della dichiarazione finale ha visto la delegazione iraniana premere affinché il testo contenesse una condanna più netta degli attacchi a Israele, attribuiti soprattutto agli Stati Uniti. Secondo fonti vicine al vertice, l’iran ha richiesto di esplicitare una critica severa ai bombardamenti subiti da Israele, sostenendo che questo punto fosse assente o troppo edulcorato nell’originale proposta.

Tensioni interne al gruppo brics

Questa posizione ha creato tensioni nei negoziati, dato che altri Paesi che partecipano ai Brics hanno privilegiato un approccio più equilibrato, evitando di schierarsi apertamente sull’aspetto militare del conflitto. L’atteggiamento iraniano ha mostrato come il gruppo Brics non sia monolitico, ma soggetto a forti differenze interne soprattutto su questioni così delicate come il Medio Oriente.

Il vertice di aprile 2025 segna quindi un momento di confronto non solo tra Paesi emergenti e potenze mondiali, ma anche tra interpretazioni molto diverse delle crisi internazionali, con l’iran che mantiene una linea rigida e alternativa rispetto alle posizioni prevalenti della comunità internazionale.


07 lug 2025

Brics senza Cina e proni all'Occidente
pubblicato da: Web Master

Vertice BRICS senza Cina e proni all'occidente

Vertice Brics senza Cina (né coraggio). Condannati attacchi a Gaza e Iran, ma i Paesi emergenti girano le spalle a Kiev


Brics

Non passerà alla storia come una svolta nell’ordine mondiale il vertice dei capi di Stato e di governo dei Brics in Brasile. La Dichiarazione di Rio de Janeiro, sottoscritta al termine dei lavori dai rappresentanti degli undici Paesi che oggi compongono il blocco delle economie emergenti, si è distinta per toni cauti, formule generiche e un chiaro intento di evitare frizioni con gli Stati Uniti su tutti i dossier affrontati.

Nel complesso, si è registrata una difesa del multilateralismo dai toni accomodanti. Le critiche alla guerra dei dazi lanciata da Donald Trump sono risultate attenuate, forse su impulso cinese. In questo senso, si è fatta sentire l’assenza del presidente cinese Xi Jinping che, probabilmente per non compromettere il dialogo in corso con Washington, ha preferito non associare il proprio nome a un testo che, seppur con prudenza, contiene critiche alle politiche statunitensi. La dichiarazione, in ogni caso, si è limitata a esprimere “serie preoccupazioni per l’aumento di misure tariffarie e non tariffarie unilaterali che distorcono il commercio e sono incompatibili con le regole dell’Organizzazione mondiale del Commercio”.

La cautela ha prevalso anche sulla questione iraniana. Alla fine, i Brics hanno “condannato gli attacchi militari contro la Repubblica Islamica dell’Iran dal 13 giugno 2025” ed espresso “profonda preoccupazione per l’escalation successiva della situazione di sicurezza in Medio Oriente”, senza però citare esplicitamente né gli Stati UnitiIsraele. Sul fronte europeo, la dichiarazione ha certificato invece la decisione dei Brics di voltare le spalle all’Ucraina, condannando “nei termini più forti” soltanto gli attacchi contro ponti e infrastrutture ferroviarie nelle regioni russe di Bryansk, Kursk e Voronezh “che hanno deliberatamente preso di mira civili, causando numerose vittime tra cui bambini”, senza menzionare l’invasione russa.

L’unico passaggio più deciso ha riguardato Gaza, dove i Brics, ribadendo “profonda preoccupazione per la situazione nel Territorio palestinese occupato, di fronte alla ripresa di attacchi continui di Israele contro Gaza e all’ostruzione dell’ingresso di aiuti umanitari nel territorio”, hanno fatto appello al rispetto del diritto internazionale, “condannando tutte le violazioni del diritto internazionale umanitario, incluso l’uso della fame come metodo di guerra” e “i tentativi di politicizzare o militarizzare l’assistenza umanitaria”. È stato poi riaffermato con forza il sostegno alla soluzione a due Stati nel rispetto dei confini del 1967, considerata “l’unico mezzo” per garantire pace e stabilità.

Riconoscendo la leadership delle superpotenze del gruppo, Brasilia e Nuova Delhi hanno rilanciato il proprio protagonismo nella riforma dell’Onu con il malcelato obiettivo di ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza. “Sottolineiamo la registrazione del sostegno di Cina e Russia” per un maggiore protagonismo di Brasile e India in questo organo dell’Onu, andando incontro alle “legittime aspirazioni dei paesi emergenti e in via di sviluppo dell’Africa, Asia e America Latina, inclusi i paesi del Brics”.

In ambito economico, la dichiarazione ha richiamato la necessità di una riforma delle istituzioni di Bretton Woods (Fondo monetario internazionale e Banca mondiale), chiedendo “un aumento delle quote dei paesi emergenti e in via di sviluppo”. Come contrappeso, i Brics hanno rilanciato la loro Nuova Banca di Sviluppo (Ndb) evidenziando il suo “ruolo crescente di agente robusto e strategico di sviluppo e modernizzazione nel Sud del mondo”, grazie alla capacità di “mobilitare risorse”, “espandere il finanziamento in valuta locale” e sostenere progetti che “riducano le disuguaglianze”.


Le pressioni statunitensi, accompagnate da pesanti minacce di ritorsioni da parte di Donald Trump, hanno frenato ogni slancio sul progetto di una valuta alternativa al dollaro per gli scambi intra-Brics. Il blocco non ha comunque abbandonato l’iniziativa, spinta soprattutto dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che tuttavia ha dovuto accontentarsi di una dichiarazione d’intenti sul “rilancio dell’Iniziativa di Pagamenti Transfrontalieri del Brics” e “l’impegno nella ricerca di meccanismi di finanziamento in valute locali accettabili”.

Sul fronte ambientale, i Brics hanno riaffermato l’impegno a “combattere il cambiamento climatico e promuovere uno sviluppo sostenibile giusto e inclusivo”, confermando il pieno sostegno all’Accordo di Parigi, alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici (Unfccc) e alla presidenza brasiliana della Cop30 a Belém. Alla dichiarazione principale si sono affiancati, per la prima volta, tre documenti aggiuntivi: la Dichiarazione-quadro sul Finanziamento climatico, quella sulla Governance globale dell’Intelligenza Artificiale e la Partnership per l’eliminazione delle malattie determinate socialmente. Un successo marginale della diplomazia brasiliana, che però non è riuscito a risollevare il bilancio modesto del summit carioca.


05 lug 2025

Approvato in senato vac neonati e donne incinta
pubblicato da: Web Master

Approvato vac virus sinciziale bambini, donne incinta

Virus sinciziale. Ministero Salute: “Dal 2025/2026 monoclonali nel calendario vaccinale e vaccino per donne in gravidanza”


Il Ministro Schillaci ha annunciato in Aula alla Camera nuove misure per contrastare il virus respiratorio sinciziale (RSV), con particolare attenzione a neonati, donne in gravidanza e anziani. Tra le iniziative, l'introduzione di anticorpi monoclonali nel calendario vaccinale e la previsione di un vaccino per le donne in gravidanza nella stagione 2025-2026. Stanziati 50 milioni di euro per garantire l'accesso universale all'immunizzazione dei neonati.

02 LUG -

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha risposto oggi pomeriggio in Aula alla Camera al question time ad un'interrogazione presentata da Simona Loizzo (Lega) riguardo le iniziative per promuovere la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV). Schillaci ha sottolineato l'importanza di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, tra cui anziani, donne in gravidanza e neonati, evidenziando i dati preoccupanti relativi all'incidenza dell'RSV:
- 290.000 casi annui negli over 60, con 26.000 ricoveri e 1.800 decessi;
- 25.000 ricoveri annui nei bambini sotto i 5 anni, rappresentando quasi la metà delle ospedalizzazioni respiratorie in quella fascia di età.

Il Ministro ha illustrato le misure già adottate, tra cui l'intesa sul Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025, che prevede l'inserimento degli anticorpi monoclonali per la profilassi. Con la circolare n. 9486 del 27 marzo 2024, le regioni sono state informate sulle strategie di prevenzione dell'RSV. Attualmente, in Italia sono autorizzati due anticorpi monoclonali per nati prematuri e neonati, e tre vaccini per adulti e donne in gravidanza; un ulteriore vaccino sarà disponibile dal 2025.


Il 18 luglio 2024, il NITAG ha dato parere positivo all'introduzione dei monoclonali per neonati nel calendario nazionale, con offerta attiva a tutti i nuovi nati. Il 17 ottobre 2024 è stata sottoscritta l'intesa per l'accesso universale dei neonati all'immunizzazione contro l'RSV, con uno stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul Fondo sanitario nazionale.

I primi dati, provenienti dal Veneto, indicano una riduzione del 74% dei ricoveri correlati all'RSV e una diminuzione dei trasferimenti in terapia intensiva dal 16% al 10%.

Per la stagione 2025-2026, è prevista l'introduzione del vaccino per le donne in gravidanza, offrendo una doppia protezione per madre e bambino. Il Dipartimento della prevenzione ha avviato le azioni necessarie per l'aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione per l'RSV, con l'obiettivo di garantire un accesso tempestivo e capillare alla vaccinazione per neonati, donne in gravidanza e adulti. Le regioni Sicilia e Molise hanno già iniziato, di propria iniziativa, la somministrazione del vaccino materno, dimostrando la collaborazione tra centro e periferia.

Schillaci ha concluso affermando: “Proteggere i più fragili non è solo un dovere istituzionale, è un imperativo morale. Il virus respiratorio sinciziale ha fatto danni per troppo tempo; ora abbiamo gli strumenti per fermarlo e li useremo tutti”.

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

"Ringrazio l'onorevole Loizzo e gli altri deputati firmatari per aver sollevato una questione che tocca direttamente le fasce più vulnerabili della nostra popolazione. Parliamo di anziani, donne in gravidanza, neonati, persone che meritano la massima protezione dal nostro sistema sanitario. Il virus respiratorio sinciziale non è un nemico da sottovalutare. I numeri che avete citato nell'interrogazione sono eloquenti: 290.000 casi l'anno negli over 60, 26.000 ricoveri, 1.800 decessi. E poi ci sono i bambini: 25.000 ricoveri annui sotto i 5 anni, quasi la metà di tutte le ospedalizzazioni respiratorie in quella fascia di età.

Ma arriviamo al punto centrale della vostra domanda. Stiamo già agendo. Il 2 agosto 2023, in sede di Conferenza Stato-regioni, abbiamo sancito l'intesa sul Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023- 2025 sul calendario nazionale vaccinale: non è solo un documento burocratico, è la nostra strategia per proteggere gli italiani, con la possibilità di inserire anche gli anticorpi monoclonali per la profilassi. Con la circolare n. 9486 del 27 marzo 2024 abbiamo informato le regioni sulle strategie di prevenzione del virus respiratorio sinciziale. Oggi in Italia sono autorizzati 2 anticorpi monoclonali per nati prematuri e neonati e 3 vaccini per adulti e donne in gravidanza; dal 2025 ce ne è uno ulteriore.

Il 18 luglio 2024 il NITAG ha dato parere positivo, con l'introduzione dei monoclonali per neonati nel calendario nazionale, con offerta attiva a tutti i nuovi nati. Il 17 ottobre 2024 abbiamo sottoscritto l'intesa per l'accesso universale dei neonati all'immunizzazione contro l'RSV, con uno stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul Fondo sanitario nazionale. Non sono solo cifre, sono vite che proteggiamo.

I primi dati ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta. Dal Veneto arrivano numeri incoraggianti, con una riduzione del 74 per cento dei ricoveri correlati all'RSV; e non solo ci sono meno ricoveri, ma ci sono anche meno casi gravi. I trasferimenti in terapia intensiva sono scesi dal 16 al 10 per cento.

La vera novità è per la stagione 2025-2026. Accanto all'anticorpo monoclonale per i neonati avremo anche il vaccino per le donne in gravidanza: una doppia protezione, madre e bambino.

Il nostro Dipartimento della prevenzione ha avviato le azioni necessarie per l'aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione per l'RSV, come previsto dal Piano nazionale di prevenzione. L'iter richiede i tempi tecnici necessari per una corretta attuazione. Non improvvisiamo quando si tratta di salute pubblica, ma non stiamo fermi ad aspettare. Sono in corso valutazioni puntuali per definire una strategia vaccinale che garantisca, già per la campagna 2025-2026, un accesso tempestivo e capillare a neonati, donne in gravidanza ed adulti. Due regioni, Sicilia e Molise, hanno già iniziato di propria iniziativa con il vaccino materno; è la dimostrazione che il sistema funziona e che c'è collaborazione tra centro e periferia.

Onorevoli, la risposta alla vostra domanda è: sì, stiamo adottando tutte le iniziative necessarie, con i fondi, con le intese e con l'aggiornamento del calendario vaccinale, perché proteggere i più fragili non è solo un dovere istituzionale, è un imperativo morale. Il virus respiratorio sinciziale ha fatto danni per troppo tempo; ora abbiamo gli strumenti per fermarlo e li useremo tutti".

La replica di Loizzo. Grazie, Presidente. Volevo ringraziare, a nome del gruppo Lega, il Ministro Schillaci, non soltanto per la qualità della risposta e, quindi, per l'assoluta concretezza della programmazione della campagna vaccinale 2025-2026 per il virus respiratorio sinciziale, ma per tutte le attività che sta facendo e, soprattutto, per l'attenzione che ha il Ministro Schillaci a raccogliere le esigenze che vengono da tutti i territori, anche le regioni che sono più disagiate o che hanno sistemi sanitari regionali più forti. È questa l'opera che noi ci aspettavamo dal Ministro Schillaci ed è questa l'opera che il Ministro Schillaci sta portando avanti, garantendo l'omogeneità di servizi sanitari regionali su tutto il Paese